Gordon Willis

Statuetta dell'Oscar Oscar onorario 2010

Gordon Hugh Willis Jr. (New York, 28 maggio 1931 – North Falmouth, 18 maggio 2014) è stato un direttore della fotografia statunitense.

Carriera

Attivo principalmente dagli anni settanta e ottanta (la sua attività si è limitata a pochi titoli negli anni successivi), Willis è entrato nella storia del cinema americano per essere stato il direttore della fotografia della trilogia de Il padrino di Francis Ford Coppola e per aver dato luci e ombre ad alcuni indimenticati capolavori di Woody Allen, come Io e Annie, Manhattan, Interiors e Zelig.

Due volte candidato all'Oscar (1984 e 1991), non si è mai aggiudicato la statuetta sebbene la critica gli avesse riconosciuto un ruolo decisivo nella realizzazione delle atmosfere dei suoi film, anche e soprattutto in quelli poi effettivamente premiati con l'Oscar (è il caso di Il padrino e Io e Annie, migliori film dell'anno, 1972 e 1977). Si è anche cimentato con la regia, firmando il cupo Windows, dove ha diretto Talia Shire. Oltre a Coppola e Allen, ha spesso lavorato anche con Alan J. Pakula.

Caratteristiche

A Willis va riconosciuta una capacità fuori dall'ordinario di filmare sequenze notturne o in penombra (è stato per questo soprannominato "The Prince of darkness"), che contribuiscono ad alimentare conflitti interiori dei protagonisti e situazioni di estrema suspense: è evidente nella trilogia de Il Padrino, in cui la sua "mano" si vede in ogni dettaglio.

Con Allen la sua attività si differenzia maggiormente: "(...) In Manhattan e Stardust Memories usa uno splendido b/n, passando poi a un'illuminazione solare e pastorale per Una commedia sexy in una notte di mezza estate"[1]", toccando anche ricostruzioni d'epoca e atmosfere rarefatte e retrò in La rosa purpurea del Cairo e soprattutto realizzando un altro b/n suggestivo e particolare, quello del "finto documentario" di Zelig, per cui venne nominato per la prima volta all'Oscar.

Filmografia

Direttore della fotografia

Regista

  • Windows (1980)

Note

  1. ^ Le Garzantine - L'Universale Cinema, 2003 - p. 1240

Collegamenti esterni

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